Egidio Pedrini

Nome: Egidio
Cognome: Pedrini
Carica: Deputato XV Legislatura
Circoscrizione elettorale: Piemonte
Attività parlamentare: www.camera.it
Sito web personale: www.egidiopedrini.org
Data risposta: 3 Apr 2006 13:18:19 +0200
Testo risposta: Innanzitutto desidero ringraziarVi per l’opportunità che mi date per esporre il mio pensiero sugli argomenti informatici che mi avete sottoposto.
In termini generali ritengo che la politica svolta negli ultimi anni nel settore specifico dell’informatica sia ampiamente da ridiscutere: il tessuto industriale del paese si è notevolmente impoverito, gli investimenti nel settore si sono ridotti significativamente non solo da parte degli investitori privati ma anche da parte della pubblica amministrazione sia centrale e locale. Il digital si è incrementato e complessivamente il paese assume sempre più una connotazione marginale all’interno della Comunità Europea.
Mi sembra sia indispensabile rimboccarsi seriamente e realmente le maniche per interrompere tale deriva..

Per quanto riguarda i quesiti specifici:

- Uso di formati aperti per i dati e i documenti della Pubblica Amministrazione.
Ritengo corretto che tali formati siano da adottare come standard per l’interscambio nella pubblica amministrazione e tra i cittadini e la pubblica amministrazione.
Il CNIPA dovrà essere investito di tale problema.

- Il rilascio del software prodotto da/per la pubblica amministrazione con licenza libera persistente.
Sono particolarmente attento alle problematiche dell’uso delle tecnologie e dei prodotti informatici nella loro diffusione nelle Pubbliche Amministrazioni locali, anche per l’essere sindaco di un piccolo Comune di montagna (Zeri), ritengo prioritario rivedere complessivamente la politica dell’informatica nella pubblica amministrazione al fine di ridurre il “digital divide” che negli ultimi anni si è rapidamente diffuso ed incrementato. Per ridurlo è l’intero problema che deve essere impostato con una filosofia totalmente diversa a quella degli ultimi anni. Il rilascio del software prodotto da/per la pubblica amministrazione con licenza libera può venire incontro in particolar modo, alla esigenza di consentire anche alle Pubbliche Amministrazioni locali dei piccoli comuni, di non incrementare il Digital Divide.

- La preferenza per soluzioni libere rispetto a quelle proprietarie a meno di motivate ragioni tecniche.
E’ un argomento particolarmente delicato che deve essere affrontato con il corretto approfondimento. Avrò il piacere di confrontarmi con voi, se riterrete opportuno farlo, per valutarne tutte le implicazioni sia positive che negative e per orientare di conseguenza le scelte politiche.

- La necessità di impedire l'adozione di norme che permettano la brevettabilità del software.
Il problema è stato già discusso a livello di comunità europea. Sono a conoscenza di un tentativo di riaprire tale problema. Il copyright è ampiamente sufficiente per tutelare i diritti dei produttori di software.

- La necessità di vigilare sul cosidetto Trusted Computing considerando prioritaria la salvaguardia della libertà delle persone.
Il problema del cosiddetto trusted computing si riallaccia ad una problematica più ampia che concerne tutti i prodotti sia sistemi operativi che software applicativi che si collegano automaticamente con i siti dei produttori per il download degli aggiornamenti, ciò avviene senza alcuna assicurazione reale e comprovata da terze parti che tali funzioni non esportino verso l’esterno dati presenti sul proprio computer.
Sarebbe opportuno di avere non solo delle garanzie dal produttore ma delle certificazioni di terze parti (in Italia si stanno creando dei laboratori indipendenti per la valutazione della sicurezza informatica in ambiente civile) e/o in alternativa i programmi che consentono tali funzionalità siano di pubblico dominio e quindi accessibili e verificabili dalla comunità informatica.
Per quanto concerne specificatamente il Trusted Computing il problema riveste caratteristiche di particolare rilevanza dovendo da una parte conciliare le esigenze di sicurezza con il diritto alla privacy ed alla libertà, tra cui la responsabilità individuale di utilizzare il proprio PC, senza delegare allo stesso, la decisione di cosa ho il diritto di usare o meno.
Sicuramente la crescita dell’industria europea dell’informatica ed un più vasto utilizzo di programmi open source può contrastare tale tendenza in modo sostanziale.
Nella definizione dei confini reali (e non strumentali) tra sicurezza, protezione del copyright, privacy e libertà sarà necessario effettuare una attenta vigilanza a livello europeo. (Il confine nazionale è troppo limitato per gestire tale problematica).

Colgo l’occasione di porgerVi i miei più cordiali saluti.

On. Egidio Pedrini